Goma – Bukavu – Goma. Gennaio 2016
Partenza con Renato (geriatra) e Veronica (farmacista), Verona - Roma – Addis Abeba – Goma, portando i canonici due valigioni a testa più un bagaglio a mano che comprendeva un'ecografo ed un borsone, entrambi leggermente fuori misura.
All'aeroporto di Goma ci attende Jeff insieme al cugino Alfred, medico pure lui. Entrambi ci danno una mano nell'ammorbidire i doganieri: riusciamo a farci aprire una sola delle sei valige, scegliendo noi quella che conteneva gli effetti personali ed un modesto quantitativo di farmaci. Passiamo a visitare la clinica di Alfred, in centro città a Goma, Ci accompagnano in un albergo della Caritas. Il mattino successivo siamo sul traghetto per Bukavu navigazione da nord a sud sul lago Kivu, tristemente famoso per essere stato il luogo dove venivano buttati i cadaveri nel corso del genocidio dei Tutsi in Ruanda nel corso della guerra civile del 1994.
La "crociera" è stata piacevole: abbiamo preso posto al terzo piano (1^ classe) dove abbiamo vissuto l'emozione di stare vicini al ministro dell'economia congolese e alla sua numerosa famiglia. Osserviamo le sponde del lago, ricche di vegetazione: alla nostra destra la Repubblica Democratica del Congo e alla nostra sinistra il Ruanda. Respiriamo un'aria frizzante (e pulita) che rimpiangeremo per tutta la permanenza a Bukavu.
Giungiamo nel primo pomeriggio al porto di Bukavu: ci fanno sbarcare per primi ed assistiamo alla parata delle autorità locali schierate ad accogliere il ministro. Osserviamo dalla banchina scendere la variopinta massa dei passeggeri della 3^ classe con tanto di caprette (tenute al guinzaglio).
Ci accompagnano direttamente alla nostra Clinica Saint Vincent. Svuotiamo i nostri valigioni consegnando a Jeff la mole imponente di farmaci e attrezzature che ci siamo portati dall'Italia. Facciamo una prima visita "guidata" alla struttura piena di ammalati, con tanto di familiari al seguito, tutti ammassati nelle stanze al piano terra.
L'ala costruita di recente ospita la maternità dove sono in corso i lavori per la realizzazione del 2^ piano sovrastante.
Lo studio dentistico è simile come dimensioni ed allestimento a quello che abbiamo attivato a Bujumbura (Burundi). Le prestazioni vengono praticate da Tina (dottoressa) e da Moisés (infermiere).
Tina, pur in aspettativa per maternità, è rimasta con noi per un paio di giorni: ha effettuato alcune estrazioni con perizia e sicurezza, dimostrando di aver avuto un ottimo addestramento da ottimi maestri...
Moisés è un intraprendente e sveglio infermiere tuttofare di 28 anni. A tempo perso esegue detartraggi e qualche estrazione in completa autonomia. Si è rivelato un perfetto assistente alla poltrona in grado di gestire adeguatamente lo studio.
Ho eseguito estrazioni (quasi tutte del terzo molare), otturazioni, devitalizzazioni, e naturalmente attività didattica.
Alloggiamo presso la procure della diocesi di Kasongo, una stupenda location sul lago Kivu tra le bouganville. Trattamento mezza pensione, stanza singola con bagno e acqua corrente quasi sempre presente + mega appartamento presidenziale (per i più fortunati) con tanto di acqua calda corrente, guardaroba vescovile completo di mitra e paramenti nella cabina armadio.
La città di Bukavu è una "bolgia" di traffico infernale. Sembra quasi che camion, auto e moto possano circolare soltanto se fortemente inquinanti e rigorosamente appiccicati l'uno con l'altro, in modo da essere certi che i fumi di scarico vengano completamente e correttamente inalati prima che vadano inutilmente dispersi e sprecati nell'atmosfera.
Un brulichio di gente, soprattutto giovani, che staziona ovunque dalla mattina alla sera.
Finita la settimana di lavoro si torna Goma, città martoriata dove da più di vent'anni governo e bande armate si contendono il controllo delle miniere. È per il coltan che, da vent’anni, qui si combatte: la miscela di columbite e tantalite utilizzata per la realizzazione di cellulari, tablet e computer. Le bande di guerriglieri hanno un metodo semplice per far soldi: mettono il pizzo sui minatori. Per ogni chilo di minerale estratto, questi sono obbligati a pagare una quota agli uomini armati. Con i proventi che ne traggono, le bande acquisteranno altre armi che garantiranno ulteriore potere. Nel 2012 bande cosiddette M23 hanno fatto una strage tra i civili. Bande provenienti dall'Uganda la settimana prima del nostro arrivo hanno raggiunto Beni (una città 280 km a nord di Goma) e hanno ucciso col machete molte persone. Le Nazioni Unite che dovrebbero garantire sicurezza sono insufficienti: abbiamo visto molti elicotteri dell'UN sorvolare a bassissima quota la città.
Particolarmente toccante (e inquietante) è stata la visita guidata alle carceri di Goma. In tutte le carceri congolesi è possibile entrare liberamente e fare visita ai detenuti, basta lasciare le macchine fotografiche all'ingresso. Nel carcere maschile ci sono più di 1700 persone, per lo più giovani stipati all'inverosimile e che dormono per terra tranne alcuni più fortunati che, pagando, possono beneficiare di un trattamento di favore dormendo in camerate con letti a castello e tende tutto intorno che offrono un minimo di privacy. I volontari, riconoscibili da un rosario che portano al collo, ci accompagnano nel nostro giro. Usciamo dal carcere maschile per visitare quello femminile (circa una settantina di detenute), ma rinunciamo perché all'ingresso pretendono di perquisirci.
Passiamo al carcere minorile maschile, circa 50 ragazzi dai 12 ai 18 anni di età (anche se qualche ragazzino ha addirittura meno di 10 anni). I reati più comuni sono il furto, il furto aggravato e la violenza sessuale.
Il carcere minorile femminile ospita invece due ragazzine che, portate dai genitori, scontano una pena: una per aver tentato il suicidio e l'altra perché ha un atteggiamento ribelle...
Poi il ritorno in Italia con le valige praticamente svuotate.
Valentino Staffoli
Odontoiatra